PSICOLOGIA E COLORE
28.10.2012 11:44PSICOLOGIA E COLORE – L’INFLUENZA DEL COLORE
Il colore è la percezione visiva determinata dalle onde elettromagnetiche riflesse dai corpi. Una definizione, tuttavia, non può spiegare la complessità degli effetti che i colori e le loro vaste combinazioni hanno su di noi. A questo proposito, la psicologia dei colori descrive il significato oggettivo delle diverse tonalità e cerca di scoprire in che modo le caratteristiche psicologiche del singolo influiscono sulla percezione del colore, e in che modo quel colore influisce su quel singolo individuo, o su quel gruppo di individui appartenenti ad una medesima cultura-contesto. D’altro canto, al di là di un’effettiva e reale delucidazione sul suo significato, vi è un universo di soggettività nel quale siamo tutti coinvolti, senza il quale non si spiegherebbero le differenti emozioni e il vasto insieme di reazioni fisiologiche e psicologiche che i colori evocano.
Alcuni personaggi, che a loro tempo hanno eccelso in diversi ambiti culturali e che tuttora sono riconosciuti come emblematici, hanno teorizzato in merito al colore. J.W. von Goethe, con il saggio “Della teoria del colore” (Tubinga, 1810), mise in luce la complessità del fenomeno cromatico e ne rimarcò gli elementi sentimentali e soggettivi. In quanto poeta romantico riteneva inaccettabile una concezione dei colori meramente fisica, pur essendo concorde con l’idea del colore in quanto fenomeno fisico, ma sosteneva che la ricerca di una spiegazione dei colori dovesse essere trovata nella natura, così come nei meccanismi della visione, fino ad arrivare all’uomo, inteso come osservatore, dotato di spiritualità d’animo. Come
Goethe, anche V. Kandinskij espose le sue teorie sul colore, sottolineando un inscindibile legame tra l’opera d’arte e la dimensione spirituale di chi osserva. Sosteneva che il colore potesse influenzare lo spettatore in maniera diversa, producendo, precisamente, un effetto fisico, ovvero superficiale e fondato su sensazioni temporanee e fuggevoli, oppure un effetto psichico che si serve della forza fisica primaria per poi raggiungere l’anima.
Ogni colore assume un determinato significato ed esprime un preciso effetto in relazione ad immagini e contenuti che il soggetto percepisce, sia esso considerato individualmente sia come parte di un gruppo culturale. Nonostante queste differenze, però, i colori sono per tutti il riferimento più importante della lettura simbolica sia dell’universo oggettuale ed esteriore sia del mondo interiore.
Max Luscher (Basilea,1923) psichiatra, psicologo e filosofo svizzero, si propose di verificare quali influenze hanno i colori sugli esseri umani. L’individuo, secondo Luscher, subisce gli effetti del colore non solo a livello del sistema nervoso, e dunque su un piano non ancora legato alla sfera della consapevolezza, ma anche a livello fisiologico, potendone così percepire anche a livello soggettivo la potenza. In particolare, i colori scuri ricostituiscono gli equilibri e rigenerano, con una stimolazione del sistema parasimpatico, che riporta l’individuo ad uno stato di equilibrio omeostatico; quelli chiari, invece, attivano e stimolano il soggetto, proprio perché hanno influenza sul sistema simpatico. È bene però non generalizzare, poiché i colori non determinato i medesimi effetti, a prescindere dal contesto sociale, culturale, storico e biologico. Essi ricevono ed esprimono un carica emotiva in relazione al contesto in cui sono rappresentati e immersi. Tuttavia, è possibile individuare alcuni caratteri generali attribuibili, specialmente, alla visione e alla percezione che abbiamo dei colori: è proprio in base alle reazioni fisiologiche a partire da reazioni del sistema neuro-vegetativo che in diversi periodi e culture si sono utilizzati i colori per questo o quell’altro obiettivo. Basti pensare al marketing, alla pubblicità, all’arte, al cinema e alla moda: non era forse il rosso il colore usato nei lupanari pompeiani? E non è forse ancora oggi proprio il rosso, acceso, pieno e a volte cupo il colore più frequentemente accostato nell’iconografia moderna al sesso?